Lista di errori
- Lorenzo Cazzoli
- 23 ott 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Quest’anno tre simpaticissime liste ci hanno graziato con i loro candidati e programmi.
Molti dei loro punti sono concreti e realizzabili entro la fine dell’anno senza problema alcuno, altri sono più complessi da mettere in atto, e richiederanno parecchio impegno da parte di chiunque diventerà rappresentante, altri ancora appaiono un distante orizzonte, senza possibilità di essere raggiunto.
Siccome noi, qua al Sottobanco, proprio come le cicless con cui condividiamo la residenza, siamo degli infami e serviamo il compito di schifare gli studenti quando meno se l’aspettano, abbiamo l’intento di sviscerare i lati negativi delle liste (non preoccupatevi, magari ne terremo anche qualche positivo, giusto per aggiungere quel poco di zucchero sufficiente a farvi andar bene l’articolo).
Dunque, iniziamo dal punto chiave:
IL SITO!
Quest’anno, com’era da aspettarsi, le attenzioni degli studenti sarebbero ricadute principalmente sulla soluzione che i rappresentanti avrebbero proposto per gestire assemblee e le altre fantasmagoriche (più perché eteree che per altro) iniziative righine. La soluzione di cui si parla sarebbe ovviamente stata adottare un sistema di gufi con lo sponsor di Hogwarts, ma, essendoci stato rifiutato il contratto, tutti hanno ripiegato sul “sito degli studenti”. Va bene tutto, comprendo la necessità di proporre un metodo covid-free per gestire le pigre masse di alunni, ma trovare ancora una volta un punto ricorrente in tutte le liste arriva al limite del ridicolo. L’anno scorso andavano di moda i FFF e tutti hanno rispettato il tacito accordo di portare un “punto green”, che consisteva in una becera cazzata buonista che ovviamente non avrebbe minimamente risolto il problema dell’impatto ambientale della scuola, ma che avrebbe dato a tutti le borracce con il marchio Righi. “WOOO! Mai più senza…” Che fine ha fatto la proposta tanto rilevante per i candidati passati? Ad oggi era presente in una lista soltanto, come punto secondario. Adesso, non vorrei dire che si va per correnti passeggere alle elezioni e che quello che si promette in fondo galleggia sulla moda del momento e verrà dimenticato nel giro di un anno o meno, ma lo sto dicendo.
Dunque, chiudiamo questa “piccola” parentesi e torniamo a quest’anno.
Allora, ognuno porta la propria sfumatura di sito, sfumature che dopo le elezioni andranno a formare una grossa macchia digitale indistinta, a meno che quest’anno qualcuno non tiri fuori un po' le palle. Come intendono risolvere la questione le liste? In pratica due delle tre vogliono dare via la misera cifra di 600€ e potersene lavare le mani per un anno, al termine del quale il processo dovrà ripetersi, sempre che il fondo studentesco abbia ancora la possibilità di farsi salassare. Non crediate che io abbia in tasca la soluzione e li critichi cosciente di questo: lo faccio solo perché sono un bastardo. L’ultima lista propone praticamente una continuazione del sistema utilizzato in passato, con magari la speranza che più di una persona si occupi della manutenzione. Il resto delle proposte in realtà non farà molto la differenza, se ci riusciranno ben venga, se no alla fine pochi se ne renderanno conto. Proseguiamo però con questa montagna russa di cinismo.
Oltre la qualità audio ed il fatto che i video di presentazione hanno smesso di essere divertenti nel 2016, con la sola eccezione di lista Muckraker, c’è un altro argomento che suscita le mie papille lamentose con particolare lancinante impatto sonoro: i litigi tra liste.
Ovvero: osservare persone che se la prendono in maniera personale per delle emerite cazzate che nel giro di due settimane avranno completamente perso significato, solamente perché devono guadagnare il posto di rappresentati di un liceo. La questione risulta particolarmente triste data l’età e la presunta maturità di alcuni dei concorrenti, che, al quinto anno di liceo, si ritrovano ancora a fare scaramucce di infimo livello per il brevetto di idee poco innovative. Vorrei tanto chiedere di smetterla per una volta ma credo che, come tutte le altre cazzate che dico, pure questa in un nonnulla raggiungerà la sfera del fuoco per essere usata come angelica carta igienica. Parlando di pagliacciate, c’è un’ultima cosa che vorrei portare alla luce di questo merdaio: la non proposta di agevolazione all’elezione di ragazze. Ho diversi problemi con questa che non dovrebbe essere una proposta fatta da alcuni (di cui non sarà citato il nome nel loro rispetto), per cui analizziamoli uno alla volta.
Primo: in pratica la procedura sarebbe una cura dei sintomi, e dei sintomi soltanto, di un problema molto più grosso: non è infilando del prezzemolo nelle sue narici che si fa scomparire un coccodrillo che spunta dall’acqua. Il problema c’è e va fatto notare: perché così poche ragazze candidate alla rappresentanza d’istituto in questi anni? Soprattutto, sembra che siano molto presenti tra i rappresentanti di classe, allora perché non se ne propone quasi nessuna come capolista o anche solamente come candidato (ovviamente vanno escluse dalle “proposte” degli anni passati le ragazze immagine che stavano sul palco a sculettare)? Il maschilismo è una piaga sociale che affligge buona parte del mondo considerato “civilizzato”, ma perché anche noi ragazzi, rappresentati di una futura generazione, ci ritroviamo a commettere gli stessi errori dei nostri vecchi? Come mai una ragazza ha difficoltà a proporsi per le sue idee? Forse il Righi non è un ambiente accogliente, che le consideri nella propria forza e nella validità delle loro proposte? Plausibile, anzi, probabile. Ma non è così che si risolve la questione, il che ci porta al punto
Secondo: il processo non proposto è antidemocratico e rappresenta una considerazione della donna come incapace di raggiungere gli obiettivi che si pone. Purtroppo, o forse no, il meccanismo di elezione dei rappresentanti d’istituto ha un funzionamento che tende ad emulare quello di elezione dei rappresentanti politici nel sistema nazionale, e perciò è di matrice democratica. Il che significa che il voto di ogni persona ha lo stesso valore di quello degli altri, che tutti hanno diritto al voto, e che non è neanche lontanamente considerabile un diverso trattamento per diverse caratteristiche dei candidati. Nessuno ha il diritto di vincere uno spareggio perché bianco o nero, perché etero o non, perché uomo o donna. Se si vuole far sì che le liceali del Righi abbiano la stessa spinta a candidarsi e lo stesso appoggio sociale alla propria candidatura non gli va concesso un aiutino-perché-più-deboli, perché non lo sono. Le donne del nostro liceo hanno tutte le potenzialità di surclassare molti dei passati rappresentanti sia in inventiva, che in impegno, che in organizzazione. Il problema non sta nel meccanismo di elezione, ma negli elettori.
Terzo: il “non” di non punto. Perché fare i paraculo dicendo che avevate proposto una simile cosa solo per sollevare una discussione? Certo, avete sostenuto la discussione quando si è creata, ma mi è parso di capire che quello fosse un sondaggio per comprendere se proporre quel punto alle elezioni sarebbe stato scorretto oppure no, e quando vi è stato detto che sì, lo sarebbe stato, avete ritirato il piedino, come dopo aver sentito che l’acqua era troppo fredda. Ma allora è solamente ipocrisia (e comprendo che in politica per mantenere la facciata e vincere è necessario esserlo, ma non per questo vi scuso) dire “no ma non avevo intenzione di tuffarmi, volevo solo farvi discutere sul contenuto di cloro”. Per favore, siate coerenti con voi stessi, non mi interessa che lo ammettiate in pubblico, ma almeno con voi stessi smettetela di raccontarvela.
Che dire, potevo andarci piano, ma tanto nessuno leggerà veramente con attenzione quest’articolo, perché o perderà interesse dopo poche righe o se la prenderà e smetterà di leggere con l’intento di confrontare le proprie idee con quelle di me che scrivo, per cui tanto vale premere sull’acceleratore ed infischiarsene delle norme sociali di cortesia.
Spero di non avervi annoiato, e che l’anno prossimo possiate votare, qualunque sia il motivo, con una mosca in più che vi ronza in testa.
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